Piante

Valeriana officinalis, pianta di interesse medicinale

Valeriana officinalis è anche conosciuta come erba gatta. È una specie originaria dell’Europa e dell’Asia. È uno dei più popolari dopo la camomilla. Appartiene alla famiglia delle Valerianaceae ed è considerata una pianta medicinale.

Caratteristiche di Valeriana officinalis

È una specie perenne, quindi dopo l’inverno si può godere di nuovo della sua presenza nel giardino. È di interesse medicinale perché le sue radici, le sue piante e i suoi fiori sono utilizzati per molteplici benefici. È sottile e può crescere fino a un metro di altezza. Può essere coltivata in combinazione con altre piante aromatiche come lavanda, rosmarino e lavandina.

Ha un fusto eretto, cavo, robusto, senza peli o pubescente, scanalato. Le foglie sono opposte. Quelli inferiori sono senza peduncolo, mentre quelli superiori sono più corti. I fiori sono bianchi o rosa e sono raggruppati in infiorescenze appiattite. La frutta è achenio, 4 mm di lunghezza con vilantina piumata.

Come coltivare la Valeriana officinalis

È una pianta di facile manutenzione, purché le condizioni climatiche siano favorevoli. Cresce molto bene in terreni sciolti, aerati, freschi e umidi, essendo un suolo di foresta ombroso e umido. Non può resistere alla siccità, ma può resistere al gelo.

I fiori sono aromatici, ma se volete sfruttarli al meglio, è consigliabile tagliarli per dare più forza alla crescita delle radici.

Quando arriva l’autunno, è il momento di falciare la parte vegetativa della pianta e scavare una parte del rizoma per asciugarla. La temperatura non deve superare i 35˚C durante l’essiccazione. L’odore può essere abbastanza forte e quindi molto sgradevole.

Si diffonde dividendo piante e semi. Si raccomanda di sbriciolare il terreno per facilitare l’attecchimento. Prima del trapianto nel terreno finale, il frutteto deve essere preparato con l’impianto, l’aratura, la concimazione, ecc.

L’irrigazione è periodica. Almeno due o tre volte al mese.

Le malattie e i parassiti che possono attaccare la pianta includono septoriosi, oidio, afidi e roditori selvatici. Quindi dobbiamo tenerli d’occhio.

Consumo

L’infuso di valeriana può essere consumato fresco o secco e, a seconda della forma, la quantità da utilizzare è più o meno importante. Per fare l’infusione, non bisogna far bollire l’acqua e deve riposare per almeno qualche minuto.

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